Tommasi sul caso Intralot

"È un messaggio devastante"

«Erano tutti contro, i nazionali azzurri, all’accordo con quella società di scommesse. Tutti. Per questo ce l’hanno tenuto nascosto: avremmo detto di no. E non mi parlino di valori. Quali valori? Quelli con tanti zeri?                         L’accordo vale per tutte le Nazionali, anche per quelle giovanili dove giocano dei ragazzi ancora minorenni. È un messaggio devastante. E ti disarma vedere che, al di là delle reazioni sui giornali, non succede nulla. La cecità su questi temi dipende dai soldi. Tanti soldi che giustificano tutto. Il paradosso è che vengono pretesi certi comportamenti perché ci sono delle regole e le regole più importanti non vengono imposte a chi ha più responsabilità. Dietro l’accordo con Intralot ci sono valori con tanti zeri. Quelli sono i valori che contano, in Federazione. E adesso, a dispetto della figuraccia, fanno fatica a tornare indietro per tutti quegli zeri. Posto che si torni indietro. Mi auguro che indietro si voglia tornare. C’è un disegno di legge in Parlamento, fermo da un anno, che vieta la pubblicità dei giochi d’azzardo. E poi, l’azzardo non è un gioco. È azzardo, e va chiamato con il suo nome: azzardo. Altrimenti, a forza di parlare di gioco, ti ritrovi appunto una società di azzardo tra gli sponsor. I calciatori della Nazionale, in questa storia, sono l’ultimo anello della catena. L’ultimo! Era praticamente impossibile, per loro, mettersi di traverso “dopo” a una cosa che andava fermata prima».

 

Estratto dall’intervista curata di Giannantonio Stella sul Corriere della Sera

 

10.10.16