#parolaalpresidente

È da qualche settimana ormai che leggiamo, sentiamo, commentiamo una quantità enorme di giudizi. Sentenze quasi definitive sul comportamento di un ragazzo, del suo entourage, della sua famiglia, della sua fidanzata, del suo club di appartenenza.
Tutti, o meglio, tanti con la soluzione in mano, l'insulto più adeguato e la morale più appropriata.
Nessuno, pochi, fa questo con tutti gli elementi in mano, tutte le informazioni a disposizione ma tutti, tanti, si sentono in dovere/diritto di suggerire, ipotizzare, consigliare la scelta migliore criticando le ipotesi giornalistiche nel frattempo costruite.

Gianluigi Donnarumma è diventato suo malgrado il simbolo di questa epoca (benedetta) della libertà di parola senza tempo e senza limiti. I social media non si fermano mai e allargano la platea di chi tramuta in "pseudo commenti editoriali" anche i pensieri più veloci della mente, quelli che durano un secondo e passano dalla pancia all'etere senza scomodare la consapevolezza.
 
Sono finiti i tempi del parlare dopo aver contato fino a 10, di sentenziare a ragion veduta o di commentare senza dare libero sfogo alla pancia. Una volta, forse, si risolveva tutto con il tono di voce che si alzava gradualmente, si passava ad una bevuta al bar per finire con una  partita di calcio che faceva dimenticare di cosa si era parlato. Oggi si contano i likes o i retweet e più la si spara grossa più fa "rumore".

Il giudizio continuo sulle scelte o non scelte di un ragazzo di 18 anni (avrà messo i denti del giudizio?) e della sua famiglia prende il valore esagerato di monito per i nostri giovani, esempio da valutare se e quanto negativo, responsabilità verso i nostri bambini/ragazzi dimenticando i primi responsabili dell'educazione dei nostri figli che siamo noi genitori. Ecco, allora, che il tutto mi riporta ad un altro significato del termine "giudizio" che ritengo possa essere l'unico consiglio, suggerimento o commento da riservare a Gianluigi & C.

Ogni scelta, iniziativa o attività che avviavo, infatti, l'ammonimento sinteticamente più efficace dei miei genitori è sempre stato: "Mi raccomando, con giudizio!"

07.07.17