"INIZI"

Cristian Bucchi

(Il Calciatore - gennaio ’06)

“Il calcio è il mio lavoro ma devo dire che lo vedo in questo modo solo perché di mezzo c’è un compenso; la volta che lo sentirò lavoro sotto tutti i punti di vista, penso che sarà quello il momento in cui smetterò. Certo, giocare a calcio ti impone delle rinunce e per me quella più grande è stata quella degli affetti, penso alla mia famiglia e alla compagnia degli amici. Andarsene via per giocare, essere lontani, è vero che non cambia l’affetto delle persone ma modifica però il rapporto. Se devo dire, credo che la mia migliore qualità sia stata in fondo proprio la costanza, il crederci fino in fondo, anche quando magari è dura, quando facile non è. Io so che forse come qualità posso anche averne di meno, ma so bene la voglia di arrivare che ho dentro. Certo che sono e mi sento privilegiato, assolutamente. Col calcio si può avere un riscontro economico proprio al di fuori della normalità e allora dipende da te, da chi sei: puoi non renderti conto della fortuna che hai, scialacquando ogni cosa o tenere bene a mente che la vita, quella normale, è davvero un’altra cosa”.

18.02.21