Il pallone racconta: Stefano Salvatori e Angelo Cupini

Il ricordo dei due ex centrocampisti

Nella Spoon River dei calciatori di quest’anno non dimentichiamo Stefano Salvatori e Angelo Cupini. Erano due centrocampisti, scomparsi molto giovani, rispettivamente a 49 e a 59 anni.

Il più noto era Salvatori, ex centrocampista di Fiorentina e Milan, a cavallo degli anni ’90, morto il 1° di novembre. Romano, di Guidonia, Stefano avrebbe compiuto 50 anni il 29 dicembre, era cresciuto nella Lodigiani, la storica terza squadra della capitale. Concluse le giovanili al Milan, si rivelò in C1, nella Virescit Boccaleone, nella Bergamasca. Nel 1988 giocò 7 partite con la maglia del Parma. Debuttò in A con la Fiorentina, realizzando anche il primo gol. Era di proprietà del Milan e in occasione del mercato di riparazione ai ducali la Viola girò Gelsi. Divenne titolare della squadra di Eriksson che si piazzò al 7° posto in campionato e vinse lo spareggiò contro la Roma, a Perugia, per la Coppa Uefa. Di quella Fiorentina è il quarto a morire prematuramente. Stefano Borgonovo è morto di Sla nel 2013, a 49 anni, e con Salvatori condivise i trasferimenti dal Milan in viola fra il 1988 e il ’90. In precedenza, nel 1996, un tumore aveva stroncato la vita di Enrico Cucchi, a 31 anni. E nel 2009, a 44 anni, morì Paolo Perugi, per un sarcoma osseo.
Salvatori passò al Milan nel 1989-90, si laureò campione d’Europa e giocò la Supercoppa Europea, vinta dai rossoneri contro il Barcellona. Al camp Nou finì 1-1, con vantaggio di Van Basten e pareggio di Amor, poi centrocampista della Fiorentina. Sacchi schierò: Galli; Salvatori, Maldini; Fuser, Tassotti, Costacurta; Donadoni, Rijaard, Van Basten, Evani, Massaro. Al ritornò 1-0 con gol di Evani e Carobbi in campo al posto di Salvatori. Che all’epoca venne soprannominato “Grace Jones” per il taglio di capelli che ricordava da vicino quello della famosa cantante.
Partecipò anche alla finale di Coppa Italia, persa contro la Juve allenata da Dino Zoff. Entrò nei 20’ finali e fu protagonista di due spunti interessanti, compreso un assist per Van Basten.
Poi il ritorno alla Fiorentina, con Sebastiao Lazaroni, per un biennio. Quindi un altro biennio, alla Spal, che retrocedette in C1 e l’anno successivo perse la finale play off contro il Como. Giocò 30 partite con i biancazzurri, con allenatori Discepoli, Fabbri e Marchesi.Due stagioni nell’Atalanta, con la quale conquistò la promozione in A, prima di trasferirsi in Scozia.
Il necrologio degli Hearts: «E’ con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Stefano Salvatori, un grande personaggio degli Hearts di fine degli anni ‘90. Lo ricorderemo come uomo-chiave in quella splendida cavalcata che portò alla vittoria della Coppa di Scozia a Tynecastle Park, dopo un digiuno di 48 anni. Lui quel giorno fu uno degli artefici della vittoria, respingendo l’assalto finale dei Rangers e questo non sarà mai dimenticato dai sostenitori degli Hearts».
Detti anche Jambos, che ne hanno fatto una leggenda. Di fronte in quella finale aveva Sergio Porrini, Lorenzo Amoruso e il giovanissimo Gennaro Gattuso. “In campo era un combattente” - lo ricorda Stefano Carobbi, suo compagno al Milan e in viola – “un Gattuso con forse un po’ meno qualità”.
Aveva corsa e anche stile, faceva l’esterno destro di difesa ma pure a centrocampo. Stefano tornò poi alla Virescit, nel frattempo divenuta Alzano, poi il passaggio all’Albinoleffe e la chiusura nel Legnano, a 34 anni.
Iniziò ad allenare, a Legnano e Voghera. Nel dicembre del 2013, il cambio di vita e il trasferimento in Australia, per intraprendere la carriera di procuratore e gestire una scuola calcio, nell’area di Brisbane e Sydney. E laggiù stava combattendo la battaglia con il male che l’ha stroncato.

Risale al 13 settembre, invece, la morte di Angelo Cupini, classe 1958. Originario di Ortonovo (La Spezia), era cresciuto nella Carrarese, con la quale disputò 133 partite, tra il 1974 e il ’79. Passò all’Udinese in A, con Corrado Orrico in panchina e conquistò la Mitropa Cup, segnando anche un gol nella partita d’esordio contro l’Rm Cheb, della Repubblica Ceca. Fu in quella stagione che creò un profondo legame affettivo con la città friulana, al punto che, a fine carriera, ha scelto di stabilirsi lì. Facendosi apprezzare come allenatore nelle categorie dilettantistiche, guidando Virtus Corno, Lumignacco, Flaibano e Pro Fagagna.
“Aveva vinto con noi la Coppa del Friuli” - ricorda commosso il presidente della Virtus Corno di Rosazzo, Antonio Libri. “Era un ragazzo eccezionale”.
Il decesso è avvenuto all’ospedale di Udine, per un male incurabile.
Cupini era roccioso e combattivo, con una muscolatura importante e piedi buoni. Nell’80, a 22 anni, passò al Vicenza, quindi il ritorno alla Carrarese, in C1, e il passaggio alla Cavese. Fu lì che trovò la consacrazione, con 4 gol in 75 gare, per una squadra che sognava la serie A. Fu titolare nella più grande impresa dei metelliani, il 7 novembre dell’82, la vittoria per 2-1 a San Siro, con il Milan allenato da Castagner. L’allenatore Pietro Santin giocò con: Paleari; Gregorio, Pidone; Bitetto, Guida, Guerini; Cupini, Piangerelli, Di Michele, Pavone, Tivelli. I rossoneri segnarono con Jordan a metà primo tempo, il pari fu di Costante Tivelli 3’ dopo, nella ripresa risolve Bartolomeo Di Michele. Dall’altra parte c’erano Evani e Tassotti, Baresi, Battistini e Serena. La squadra di Cava dei Tirreni fu terza al termine del girone d’andata e 6^ a fine campionato.
Cupini fece talmente bene da meritare il ritorno in Serie A, nella Lazio, contribuendo con 3 reti alla salvezza, a spese del Genoa. Poi il biennio al Bari, con promozione in A, e due stagioni al Padova, con promozione in B. Prosegue con Prato e Arezzo, di nuovo Prato e Pro Gorizia, con chiusura a soli 33 anni, in serie D.

Vanni Zagnoli

29.12.17