Calciatore del mese AIC aprile '23 Serie A
Dopo i problemi muscolari avuti a marzo, Orsolini ad aprile è partito una sola volta titolare ma ogni volta che è entrato ha fatto sentire una differenza, è stato la scossa elettrica che ha ravvivato la partita. E lo è stato, come è suo stile e mentalità, ogni volta che la palla gli è passata tra i piedi. Contro l’Atalanta, entrato nel secondo tempo, ha cambiato la partita, puntando ogni volta che poteva e aveva campo a disposizione il suo diretto avversario.
A pochi minuti dalla fine, forse anche per colpa di un giallo rimediato in precedenza, Palomino ha difeso Orsolini con prudenza, evitando di farsi puntare, aspettandolo dentro l’area di rigore e permettendogli di rientrare sul sinistro. Orsolini ha preso la mira e ha calciato a giro sul secondo palo, chiudendo la partita.
Orsolini è stato votato come miglior giocatore del mese di aprile non solo perché questa è la sua migliore stagione dal punto di vista realizzativo, la prima in doppia cifra, ma anche perché è diventato quello che ci si aspettava da quando aveva vent’anni: un giocatore importante per il Bologna, un punto di riferimento tecnico, tattico e caratteriale.
In questa stagione stiamo vedendo il senso di Orsolini all’interno di una squadra maggiormente associativa, in cui quasi tutti preferiscono giocare sul corto e in cui, senza Arnautovic, lui ha più spazio per attaccare la profondità. Il Bologna ha bisogno di un giocatore che si prenda responsabilità creative e lui è uno dei pochi in grado di portare palla, saltare l’uomo e calciare in porta.
E come il Bologna beneficia dei suoi strappi e delle sue “intuizioni”, così Orsolini migliora grazie al posizionamento dei compagni: alle distanze ravvicinate, agli smarcamenti con cui gli offrono sempre un appoggio, una soluzione dinamica, grazie alla fluidità che contraddistingue la squadra di Motta.
A ventisei anni, questa potrebbe essere la stagione in cui Orsolini tira una riga. Quello che c’era prima - i dubbi, l’ansia - è storia passata. Adesso c’è la felicità di giocare con i compagni, di non sentirsi solo in campo, e di provare liberamente quello che gli viene in mente. Da qui in poi la storia di Orsolini potrebbe essere una storia nuova.