CIAO SERGIO, CAMPIONE IN CAMPO E NELLA VITA

Sergio Campana è stato uno dei più importanti dirigenti calcistici italiani: ha seguito da vicino l’evolversi della figura del calciatore per oltre 40 anni, ha incontrato, prima sui campi da gioco, tutti i più grandi giocatori dagli anni ‘50 fino alla prima decade del nuovo secolo. Con umiltà, senso del dovere e con un rispetto che è sempre stato il suo stile. 
Sin da ragazzo è sempre stato appassionato di sport. Al liceo classico era un fuoriclasse sui libri ma anche nelle discipline sportive. Poi la folgorazione per il calcio. È stato sufficiente un anno tra i dilettanti del Cartigliano per essere notato dai dirigenti del Lanerossi Vicenza. Per 15 anni, con un intermezzo di due campionati a Bologna (50 presenze, 18 reti), ha vestito la maglia biancorossa (245 presenze, 45 reti) quasi tutte in Serie A. Il 28 maggio 1967 la sua ultima partita ufficiale da professionista. Allo stadio menti il Lanerossi Vicenza affrontò il Bologna, le due squadre della sua prestigiosa carriera. Non poteva esserci epilogo migliore per salutare definitivamente il terreno di gioco.
L’anno segue, il 1968, l’anno dei movimenti e delle rivoluzioni giovanili, all’avvocato Campana venne la “pazza idea” di creare un sindacato per tutelare i calciatori. Nell’avventurosa iniziativa era affiancato da fior di campioni dell’epoca (Bulgarelli, Mazzola, Rivera in primis). Per quasi mezzo secolo ha tutelato una categoria che, fino al 1968, non aveva alcun diritto, e che in pochi anni ha visto riconosciute le principali tutele comuni ai lavoratori. La legge 91 del 1981, che definiva lo status giuridico dello sportivo professionista, è stata la base di partenza per molte conquiste che l’AIC è riuscita ad ottenere in quegli anni: sono state poi introdotte la tutela sanitaria, le assicurazioni infortuni, il trattamento pensionistico, e soprattutto è stato abolito il vincolo sportivo che fino a quel momento aveva fatto del calciatore un’autentica “merce di scambio”.
Equilibrio, sostanza, carisma: non sprecava le parole, come succede ai veri leader.
Dopo aver passato il timone del comando nel 2011 prima a Damiano Tommasi e poi a Umberto Calcagno, ha continuato, in qualità di Presidente Onorario, a dare preziosi suggerimenti per lo sviluppo della sua creatura.
Grazie caro Sergio per averci insegnato uno stile semplice di vivere il calcio. Continueremo a seguire il tuo esempio anche se ci mancherai tantissimo.

 

Gianni Grazioli

19.07.25