TOMMASI: UN FONDO PER CALCIATORI CON MENO TUTELE ECONOMICHE

Il Presidente AIC sulla Gazzetta di Mantova

Il Presidente AIC Damiano Tommasi, nell’intervista rilasciata alla Gazzetta di Mantova oggi in edicola, ha dichiarato: “Il calciatore nasce e cresce per giocare, però è chiaro che l'obiettivo principale rimane la salute di chi va in campo e di chi gli è vicino. L'Associazione Calciatori intende fare la sua parte per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che non sono in A però campano anche di calcio e da mesi non giocano né ricevono una lira. Loro, in buona parte, hanno dal calcio introiti importanti per la loro esistenza”.

Fra di loro ci sono anche quelli della Serie D. L'AIC che fa per loro?
“Oltre al fondo messo a disposizione e alle sollecitazioni per l'erogazione dei 600 euro derivanti da "Sport e salute" che verranno distribuiti anche ad aprile e maggio a chi aveva fatto domanda in marzo, ci stiamo muovendo per concordare la costituzione del contributo a fondo perduto per il quale è indispensabile un impegno diretto da parte della Figc e delle varie Leghe. Siamo in presenza di lavoratori non sempre, o meglio di rado a questi livelli, tutelati da adeguate situazioni contributive. Però il problema dello sport, e quindi del calcio, è anche un altro... La carenza di possibilità che chi finora ha investito soldi nell'attività sportiva possa confermare il suo impegno. Questo finirà con l'avere ripercussioni drammatiche nel calcio, che occupa una fetta importante del movimento sportivo nazionale, ma anche e soprattutto nelle realtà di base e nelle altre discipline”.

Quando terminerà il balletto sulla riunione del consiglio federale?
“Domani (oggi, ndr) c'è l'assemblea di serie A e di seguito penso che per la prossima settimana verrà convocato il consiglio federale, che determinerà la nuova era del calcio prof e dilettantistico”.

Che però non avrà per un po’ il pubblico. Quanto male fanno le porte chiuse?
“Non per colpa di chi lo decide ma ne fanno tanto a chi vive anche del calore e del sostegno dei suoi tifosi. È un problema grande, al quale va aggiunta per le categorie superiori la questione dei diritti tv, oggi a livelli preoccupanti”.

13.05.20