Ricerca FIFPro sulle condizioni lavorative dei calciatori

Ha collaborato anche l’AIC

La FIFPro (Federazione Internazionale dei Calciatori Professionisti), ha condotto una ricerca (alla quale ha collaborato anche AIC) sulle condizioni lavorative dei calciatori, secondo la quale il 45% guadagna meno di 900 € al mese, il 29% viene trasferito contro la propria volontà - oltre il 50% subisce minacce o violenze dai tifosi o dal club. Su 54 paesi l'Italia è la peggiore nella categoria “violenza e minacce nei giorni di non partita”, la sesta dietro al Congo nei giorni di partita.

Secondo tale ricerca, la vita dei calciatori non è quindi solo soldi, macchinoni e ville da sogno, ma anche stipendi bassi, ritardi nei pagamenti, bullismo e intimidazione. Il 60% dei quasi 14.000 calciatori intervistati in 54 paesi ha guadagnato meno di 2000 euro al mese, 4 su 10 hanno ricevuto soldi in ritardo negli ultimi due anni perché i club non rispettano i contratti.
Lo studio, condotto insieme alla Università di Manchester, ha riguardato Europa, America e Africa. I sindacati di alcuni paesi, inclusi Inghilterra e Spagna, cioè le “League” più ricche, non hanno consegnato dati completi.
Secondo i risultati, il 40.3% ha guadagnato oltre 1900 euro al mese, il 14.5% tra i 950 e i 1900, il 24.6% tra i 280 e i 900, il 20.6% meno di 290 euro. Meno del 2% incassa oltre 680.000 euro l’anno. Il 41% ha dichiarato ritardi nei pagamenti, sale al 79% a Malta, 75% in Turchia, 74% in Romania, 96% in Gabon, 95% in Bolivia e al 94% in Tunisia.
Molti calciatori dichiarano di essere stati vittima di violenza: il 51% è stato attaccato dai tifosi, il 25% da colleghi di campo, il 12% da allenatori o dirigenti del club. La Repubblica Democratica del Congo è il paese peggiore nella categoria ‘violenza e minacce il giorno della partita’, seguita a sorpresa dalla Scozia. Il Brasile è al quinto posto, l’Italia sesta. Ma per minacce di violenza nei giorni di non partita, l’Italia è in assoluto il paese peggiore, con il 24% dei giocatori che ammettono di essere minacciati dai tifosi.
Il 15% dei calciatori sostengono di essere stati vittime di bullismo o molestie, il 7.5% lamenta discriminazione su basi etniche, religiose e sessuali. Un altro problema riscontrato è la precarietà, perché un contratto medio è di 22 mesi. L’8% dei giocatori rivela di non avere nemmeno un contratto, la percentuale sale al 15% in Africa. In Croazia e Repubblica Ceca, oltre il 90% dei calciatori sono lavoratori autonomi, senza le protezioni garantite ai normali dipendenti.
Il 10% dei calciatori ha effettivamente subito violenza fisica fuori dal campo, per conto di tifosi, compagni o membri del club. I club si vendicano soprattutto quando i giocatori intendono andarsene, il 6% dei calciatori ammette di esser stato costretto ad allenarsi lontano dalla squadra, isolamento come forma di pressione. Dei giocatori attualmente in trasferimento, il 29% dichiara di essere stato costretto a cambiare club, decisione subita contro la propria volontà.
 
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01.12.16