#parolaalpresidente

È tempo di agire

L'estate francese 2019 ci ha regalato una realtà azzurra che ha conquistato non solo i cuori dei tifosi italiani ma anche l'attenzione di sponsor, media e tanti genitori per il calcio femminile.

Qualche mese di distanza e arrivano segnali che confondono. 

La Figc ha approvato le licenze nazionali (regole da rispettare per poter partecipare ai campionati professionistici) e la parte riguardante il femminile sta perdendo energia. 

Nel recente passato le due scelte federali di maggior impatto erano state l'obbligo di tesseramento delle piccole e l'agevolazione dell'ingresso dei Club professionistici nei campionati femminili.

Indietro tutta?

L'obbligo di tesseramento delle U12 per ogni società, proseguita con obbligo giovanissime e allieve sembra non essere più una priorità. 

Cosa è successo?

Perché proprio nel momento di maggior spinta si danno messaggi al contrario?

Nelle scorse settimane si è addirittura posticipato il termine ultimo del 30 novembre (deciso quasi 10 mesi fa) per mettersi in regola nella stagione corrente.

Un club professionistico avrà quindi tempo fino al 1 febbraio per tesserare le bambine o per stringere accordi di collaborazione.

1 febbraio, oltre la metà della stagione calcistica!

Nel frattempo in parlamento si sta discutendo la legge di bilancio  e un emendamento potrebbe cambiare completamente la visione dello sport al femminile. 

Il sen Nannicini, primo firmatario dell'emendamento, insieme alla senatrice Matrisciano hanno posto la questione dello sgravio fiscale per chi firma contratti sportivi ad atlete di qualsiasi disciplina. Le federazioni che decideranno, finalmente, di riconoscere le loro ragazze di vertice come professioniste potranno avvantaggiarsi per i prossimi 3 anni di agevolazioni fiscali mai viste prima.

Ora dov'è l'intoppo? Sembrerebbe tutto semplice... cresce l'interesse, arrivano i risultati, più aziende investono, visibilità, diritti TV, competitors internazionali meno lontani, sgravi fiscali... c'è tutto per esultare e accelerare il processo!

È il tempo di agire, quindi, e uno scatto della FIGC potrebbe far entrare nella storia il presidente Gravina. Passare la serie A femminile al professionismo non è cosa da poco, non sarà semplice ma ad oggi gli ostacoli di un tempo sembrano scomparsi. 

La sostenibilità, di cui spesso si parla, non può essere un problema per due motivi. Il primo, la notizia di cui sopra. Con un intervento anch'esso storico del governo ci saranno agevolazioni di tutto rispetto per i prossimi anni.

Secondo motivo se guardiamo al professionismo maschile e togliamo la mutualità (10% diritti TV distribuiti alle categorie inferiori) probabilmente nessuna categoria sotto la serie A sarebbe sostenibile.

Avanti tutta, quindi, con coraggio, ambizione e piedi per terra che forse si riuscirà per un po' a non pensare alle licenze nazionali.

 

Damiano

11.12.19