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"Bastitudine e bastezza"

e bastezza

Oggi 21 maggio assisteremo al saluto del Maestro, il 21 mondiale, Andrea Pirlo.
Sabato abbiamo assistito al saluto di Gigi Buffon ai suoi tifosi e lui ha anticipato un saluto alla Nazionale dopo 21 anni di record, successi e amarezze. Ieri, infine, in Spagna hanno salutato due icone del calcio internazionale. Andres Iniesta e Fernando Torres sono stati doverosamente celebrati a Barcellona e Madrid.

Tanti sono i pensieri che si sovrappongono in queste occasioni, cosa faranno ora, cosa faremo noi ora, cosa potrebbero fare e dove potrebbero essere valorizzati. La loro storia è fatta di emozioni che non si vorrebbero mai far finire. 11 minuti il tributo del Camp Nou a don Andres. Gigi ha lasciato il campo molto dopo la maggior parte dei tifosi. Ho ascoltato con piacere, circa un mese fa, Stefano Massini (http://www.la7.it/piazzapulita/video/larte-sublime-del-dire-basta-il-rac...) nel suo breve monologo è partito da Francesco Morosini per raccontare un neologismo di sua invenzione. Morosini, veneziano, a vent'anni già soldato valoroso che difende l'isola di Candia dall'attacco dei Turchi. 21 anni di assedio terminati con molta sorpresa. Francesco, infatti, un giorno si guarda allo specchio e pensando alle morti, alle difficoltà dell'assedio e soprattutto facendo un breve bilancio si chiede se ne valga ancora la pena continuare.
No, non ne valeva la pena. Dice basta, firma la resa e torna a Venezia deriso, umiliato e incriminato.

Massini, con questo breve racconto, ipotizza la necessità di un neologismo che si riferisca all'arte di saper dire basta. "Bastitudine". La "bastitudine" è quella saggezza, mostrata da Morosini,di non protrarre un'attività negativa che ha perso senso, che si è dimostrata inutile e dannosa. Un po' come per i bambini che dopo un po' si dimenticano del perchè stiano facendo i capricci e in quel caso un briciolo di "bastitudine" significa, quindi, che si sta diventando grandi.
Io mi spingerei, però, oltre e aggiungerei un altro neologismo, la "bastezza". La "bastezza" va oltre la "bastitudine" e interviene in quei momenti in cui proseguire un'attività rischia di compromettere il tanto di buono che si è fatto.
La "bastezza" è saper dire basta al momento giusto, quando un passo in più non aggiungerebbe nulla al "già fatto" ma inizierebbe a toglierne un piccolo pezzo. Saper dire "quanto fatto finora può bastare" è un'arte non così comune, specialmente quando si raggiungono traguardi gloriosi ed esaltanti.

Le critiche subite da Francesco Morosini al suo ritorno avevano il profumo della codardia, della viltà, tipici degli atti di resa e non si era valutata la saggia responsabilità assunta da un soldato ritenuto invincibile valoroso. Le critiche, o meglio, i commenti che invece arrivano in occasioni come quelle che stiamo vivendo e che già abbiamo vissuto nel recente passato (Totti la scorsa stagione, Xavi, Ferguson o Wenger) profumano di leggera ingratitudine come quando si spegne la televisione dopo l'ennesima visione dell'ennesima replica del cartone preferito....ancora, ancora, ancora, mi avete tolto il giocattolo preferito!
Non è facile per nessuno e per qualcuno ancora più complicato dire basta, ma è proprio in queste occasioni che, lo ricordava ieri anche Sarri, servirebbe una parola nuova, servirebbe insomma un briciolo di "bastezza" per non rovinare tutto.

Damiano

21.05.18