Per Pablito il murale più grande d'Europa

60 metri d'altezza

Il volto felice di Pablito, vestito in maglia azzurra, dopo il secondo gol nella semifinale contro la Polonia ai mondiali di Spagna '82, poi vinti dall'Italia, e sullo sfondo una folla esultante. È l'immagine del murale record - con i suoi 60 metri di altezza e una dozzina di larghezza è il più grande in Europa dedicato ad un singolo campione dello sport - che dalla serata di lunedì 23 settembre, giorno del suo compleanno, campeggia sulla facciata est della torre Everest di viale Torino, il grattacielo più imponente di Vicenza con i suoi 17 piani.

Il maxi-ritratto, in chiave pop, è visibile ad occhio nudo transitando in treno sulla linea ferroviaria Milano-Venezia, oltre che dal piazzale della Vittoria di Monte Berico, la cui collina sovrasta la città. La facciata dell'edificio, simbolo del boom economico degli Anni Cinquanta, rappresenta in assoluto uno degli spazi più grandi di Vicenza, ora dedicato al campione sportivo, scomparso prematuramente il 9 dicembre 2020, all'età di 64 anni, molto amato non solo dai tifosi del Lanerossi Vicenza (dove esplose calcisticamente in Serie B nella stagione 1976-1977 per poi vincere la classifica cannonieri in Serie A l'anno successivo con 24 reti e il secondo posto alle spalle della Juventus) ma anche da quelli italiani, ma conosciuto e stimato in tutto il mondo.

Il progetto, intitolato "Il mio nome è Paolo Rossi", porta la firma di Eduardo Kobra, uno degli street artist più noti e apprezzati: l'artista brasiliano è famoso a livello internazionale per i suoi murales dai colori vivaci e caleidoscopici, riconoscibili a colpo d'occhio. Per l'autore carioca l'arte urbana è democratica e inclusiva, con l'obiettivo di migliorare il mondo a partire dalle vite dei cittadini, le cui opere si ispirano a vecchie fotografie, eventi storici e grandi figure del passato e del presente. Nella storia del calcio italiano Pablito è sicuramente uno di questi.

La scelta dell'autore carioca è arrivata attraverso il progetto ideato e portato avanti da Wallabe, associazione culturale che promuove l'arte, l'innovazione e l'inclusione, sotto la direzione artistica di Federica Sansoni. L'accordo per omaggiare l'ex centravanti è stato possibile grazie alla stipula con l'azienda vicentina Imprendo srl, attiva nella consulenza in ambito ingegneristico, della formazione e della sicurezza, nata nel 2021, insieme al progetto di riqualificare il grattacielo Everest. Tra gli sponsor che hanno supportato l'iniziativa anche l'Associazione Italiana Calciatori, a cui si aggiunge il patrocinio della FIGC e la collaborazione con Paolo Rossi Foundation.

Molto emozionante il momento in cui è stato sfilato lentamente il telone ed è apparso il sorriso del Pallone d'Oro 1982, trofeo che gli venne attribuito nell'anno del trionfo spagnolo, accolto con un lungo applauso dalle centinaia di tifosi e appassionati, ammassati sotto al grattacielo, nei giorni successivi già diventato un richiamo turistico non sono per i tifosi di calcio.

 

 

Luca Pozza

24.09.24