Mateo Retegui
Se contiamo anche la Nazionale, in 8 partite giocate nel mese di ottobre Mateo Retegui ha segnato 8 gol e realizzato 3 assist. In Serie A è a quota 11 gol in altrettante presenze (di cui 9 da titolare), già quasi il doppio di quelli (7) messi a segno nell’intera passata stagione con il Genoa. Ormai Retegui non sorprende più, ma vale la pena fare un piccolo sforzo di memoria e ricordare quando è arrivato a Bergamo: erano passati appena quattro giorni dall’infortunio al ginocchio di Gianluca Scamacca e Gasperini non aveva molta scelta. Lo ha pagato anche caro (25 milioni più bonus) ma più per l’urgenza che altro. Retegui è arrivato a Bergamo, nella squadra vincitrice dell’Europa League, senza entusiasmare troppo. Doveva fare un salto di qualità se voleva ambientarsi. Oggi possiamo dire, anche se siamo solo a inizio novembre, che quel salto lo ha fatto.
Più che il pallonetto delizioso contro il Venezia, più che il piatto al volo con cui ha chiuso l’incredibile vittoria di Napoli, più che la tripletta contro la sua ex Genoa, il premio come miglior giocatore AIC di ottobre è un giusto riconoscimento alla parabola straordinaria di Retegui in questo inizio di stagione, un segmento coerente con il resto della sua straordinaria carriera. Come ha scritto Daniele Manusia su Ultimo Uomo: “Retegui ha trovato spazio per giocare e per crescere, ha approfittato di ogni occasione che ha avuto forse meglio di quanto non faccia con le occasioni che ha in campo, sfruttandole non come dei gradini da salire uno alla volta ma come dei trampolini che potessero lanciarlo direttamente al piano superiore”.
Non sono bastati gli 8 assist in 8 partite alla prima stagione in Serie A di Nuno Tavares (alla terza candidatura in altrettanti mesi); non è bastato il rinascimento fiorentino di Moise Kean né la nuova vita napoletana di McTominay. Mateo Retegui ha superato le più rosee aspettative, ci ha costretto a ridefinire l’idea che avevamo di lui. Oggi non ci chiediamo più che tipo di attaccante sia, in cosa sia speciale, non sono più in molti a storcere il naso quando si parla di lui. La sola domanda che solleva è: fino a dove può arrivare?
Redazione l'Ultimo Uomo