"Il Calciatore" - settembre '09

“Avevo 11 anni quando cominciai ad andare a Torino quattro volte la settimana, tre per gli allenamenti più la partita. Ad accompagnarmi sempre mio padre: uscivo da scuola, panini e via; circa 200 chilometri alla volta, dipendeva dove ci si allenava, non era sempre lo stesso campo. E il tutto è andato avanti per tre anni. Poi, il terzo anno, era circa marzo, decisi di non andarci più, basta. Da una parte avevano smesso di pagare i rimborsi spese pattuiti, dall’altra non mi facevano nemmeno più giocare, sempre in panchina”... "Ne ho visti tanti di bravi, anche più di me, che poi non ce l’hanno fatta. Loro che magari uscivano tutte le sere e che poi quando c’era l’allenamento tiravano fuori un dolorino qui e là”.