Sono 90 le candeline che spegne oggi Sergio Campana, Presidente onorario fondatore dell’Associazione Italiana Calciatori, l’Avvocato di Bassano del Grappa che, nel 1968 scrisse una delle pagine più importanti del nostro calcio. Da una sua idea, appoggiata e supportata dai più grandi calciatori dell’epoca, da Rivera a Mazzola, da Bulgarelli a De Sisti, nacque il sindacato dei calciatori, del quale è stato Presidente per ben 43 anni.

Nato il 1° agosto del 1934 nella piccola cittadina veneta, è stato apprezzato attaccante, bandiera del Lanerossi Vicenza (240 partite e 46 reti in biancorosso) per diventare, una volta conclusa la carriera agonistica, uno dei più stimati dirigenti del calcio italiano.

Sono tantissime le conquiste per la categoria arrivate sotto la sua dirigenza, tantissime le tutele che oggi i calciatori e le calciatrici possono vantare, tantissimi i traguardi raggiunti che hanno portato l’AIC a crescere negli anni ed essere considerata, da tutti, una componente seria, competente e credibile del sistema calcistico internazionale.

“Nel ‘68 facemmo la nostra piccola-grande rivoluzione” - ha commentato con la sua solita ironia - “Direi che poi qualcosa di importante lo abbiamo ottenuto”.

Damiano Tommasi prima e Umberto Calcagno poi, hanno raccolto il suo testimone portando avanti quel grande lavoro che ha occupato buona parte della sua vita, sempre legata a doppio filo all’AIC, certamente il suo gol più bello.