ABBIAMO FORTE RESPONSABILITA’ DI SISTEMA

Il Vicepresidente AIC Calcagno su Radio Sportiva

Il Vicepresidente AIC Umberto Calcagno, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Sportiva, ha sottolineato che “come ribadito dal Ministro Spadafora e dal Presidente Federale Gravina, oggi il protocollo è l’unica modalità corretta per tutelare la salute dei calciatori e preservare la regolarità dei campionati. Poi dovremo capire di giorno in giorno quale sarà l’evolversi della pandemia e dei numeri, e farci trovare pronti. Quello che è successo al Genoa è un caso abbastanza particolare, anche perché il protocollo fino a quel momento aveva funzionato bene”.

“Una eventuale “bolla” stile NBA mi pare improponibile” – ha proseguito. “Su possibili cambi di format si discute da tempo e sono questioni che dobbiamo essere pronti ad affrontare nel momento in cui dovessero cambiare le condizioni dei contagi. I calendari sono intasati ed è un problema che ci stiamo ponendo anche a livello europeo. Non si tratta di essere favorevoli o contrari ai playoff, ma di essere pronti a trovare soluzioni alternative perché abbiamo una forte responsabilità di sistema, dal calcio di base a quello apicale”.

Sul caso di Juventus – Napoli, Calcagno ha chiarito di non potersi esprimere nel merito “anche perché c’è un’indagine federale in corso. Sono comunque certo che non sarà lasciato nulla al caso, e il fatto che ci si prenda qualche giorno in più per valutare la situazione mi lascia sereno”.

Sulle dichiarazioni del Ministro Speranza, il Vicepresidente AIC ha evidenziato di non condividerne l’impostazione: “Credo non sia corretto mettere in concorrenza sport e scuola. Sono due mondi che insieme devono accompagnare i nostri ragazzi e, per questo, non vanno messi in contrapposizione”.

Infine il problema delle liste in Lega Pro: “La questione è stata impostata male sin dall’inizio, perché la valorizzazione dei giovani non deve passare attraverso obblighi normativi. A questo si è aggiunta una sostenibilità di sistema che ci trova d’accordo ma che non significa schierare giovani che costano meno e che probabilmente non sarebbero mai entrati nel mondo professionistico. Dobbiamo trovare altri mezzi, passando prima di tutto da una diversa distribuzione delle risorse”.

07.10.20