Scuola Calcio "Piccoli Giallorossi" | Giulianova (TE)

La presenza umana nel territorio di Giulianova è documentata fin da epoca neolitica e il ritrovamento di resti e ruderi di antichissime origini certificano l'esistenza di un nucleo abitato (probabilmente col nome di Batinus) che ebbe vita e civiltà più antiche della stessa capitale del Pretuzio (Interamnia, l'attuale Teramo). Giulianova iniziò tuttavia ad avere connotazioni propriamente urbane agli inizi del III secolo a.C., allorché i romani crearono presso le foci del Tordino, a meno di due chilometri dall'attuale centro storico, una nuova colonia, fra le prime del Supremum Mare, denominata Castrum Novum (o Castrum Novum Piceni).

L'impianto murario sembrava discostarsi da quello tradizionale romano, assecondando le difese naturali del terreno e, seppure la parola Castrum indicava un castello, un luogo fortificato, la colonia seppe sviluppare, accanto alle originarie funzioni militari, anche quelle proprie di un attivo centro mercantile e di un nodo di comunicazioni di una certa rilevanza, divenendo col tempo emporio e principale strumento del commercio dell'Agro Pretuziano. Alla base di tale sviluppo vi fu un porto capace e la prossimità della Via Cecilia, un ramo della Via Salaria.

Sita a 18 miglia da Castrum Truentinum (l'attuale Martinsicuro), secondo Peutinger, o più probabilmente a 12, come aveva calcolato Cluverio. Citata da Velleio Patercolo e da Strabone, da Plinio e da Tolomeo, si dotò di bagni termali (I secolo) ed ebbe un suo prefetto. Forse raggiunse in età imperiale un perimetro di due chilometri. Durante le guerre puniche restò fedele a Roma e fu successivamente ascritta alla tribù Mecia.

A confermare l'importanza della città in epoca romana, le tante testimonianze rinvenute nel tempo: iscrizioni lapidarie, fusti di colonne, capitelli istoriati di colore turchino, lastre di marmo adorne di sculture e arabeschi, una grotta (probabilmente in opus signum), antichi sepolcri, lucerne ed anfore, figure ed idoletti. Inoltre, gli strati murari del sottosuolo, e un tesoretto monetale scoperto nel 1828, fanno pensare a più di una devastazione subita dalla città nel corso dei secoli.